L'economia di comunione (EdC) coinvolge imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, cittadini, studiosi, operatori economici, tutti impegnati ai vari livelli a promuovere una prassi ed una cultura economica improntata alla comunione, alla gratuità ed alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante nel sistema capitalistico.
L’ECONOMIA DEL DARE
«A differenza dell'economia consumista, basata su una cultura dell'avere, l'economia di comunione è l'economia del dare. Ciò può sembrare difficile, arduo, eroico. Ma non è così perché l'uomo fatto ad immagine di Dio, che è Amore, trova la propria realizzazione proprio nell'amare, nel dare. Questa esigenza è nel più profondo del suo essere, credente o non credente che egli sia. E proprio in questa constatazione, suffragata dalla nostra esperienza, sta la speranza di una diffusione universale dell'economia di comunione».
Rocca di papa, 10 novembre '91
da "Economia di Comunione - una cultura nuova" n.31 - maggio 2010
- vivere e diffondere una nuova cultura economica e civile, dai bambini agli anziani - “cultura del dare”;
- formare imprenditori che liberamente condividano gli utili per sostenere gli scopi dell'EdC: la riduzione della miseria/esclusione, la diffusione della "cultura del dare" e della comunione quale antidoto alla "cultura dell'avere", lo sviluppo dell'azienda e la creazione di posti di lavoro; imprenditori che concepiscano e vivano la loro impresa come vocazione e servizio al bene comune e agli esclusi di ogni latitudine e contesto sociale;
- combattere le varie forme di indigenza, esclusione e miseria con una duplice inclusione: comunitaria e produttiva, per la convinzione, suffragata dall'esperienza pluriennale, che non si possa curare nessuna forma di povertà non scelta senza includere le persone svantaggiate all’interno di comunità vive e fraterne, e, laddove è possibile, anche nei luoghi del lavoro, nelle imprese: finché chi può e deve lavorare non riesce ad averne l'opportunità, questi rimane sempre una persona indigente.